Cristologia Asiatica L’Asia
è un continente caratterizzato dalle diversità. Nel continente c’è la presenza di diverse religioni che portano in loro una diversità di cultura e di condizione sociale ecc. Questo fa sì che i cristiani siano chiamati ad affrontare diverse sfide. Questo ci spinge ad aprirci e intraprendere la strada del dialogo senza riduzionismi in modo che confronto possa essere di crescita e che porti ad un’autentica testimonianza. I problemi che ci stanno davanti sono: il modo d’essere Chiesa nell’ambiente, il modo d’evangelizzazione, la salvezza delle altre religioni ecc. La risposta sarà molto ampia, però considerando la situazione asiatica, limiterò all’unicità e l’universalità salvifica di Gesù come filo conduttore di questa tesi.
Sviluppando la mia tesi, percorrerò questi punti fondamentali:
a) Possiamo sostenere una cristologia tradizionale che parla dell’unicità e l’universalità di Gesù riguardo alla salvezza e rispetto alle altre tradizioni religiose? Può darsi che la domanda non è stata la validità della cristologia tradizionale ma la sua contestualizzazione davanti alla realtà presente in Asia. Qual’è il senso e le conseguenze d’ogni affermazione cristologica?
b) In questo senso, entra il comunicare l’identità autentica ed integra della fede di ognuno senza impoverirla (riconoscendo le realtà pluralistiche) e il rispettare la libertà di ciascuno. Affinché uno possa esprimerla per non scivolare nel relativismo, occorre una base cristologica.
Perché?
1) Nel livello personale, il suo paradigma influenza il carattere e il comportamento di una persona.
2) Nella teologia cristiana, la cristologia sia un punto di partenza per costruire le altre teologie ad esempio ecclesiologia, missiologia, soteriologia, ecc.
3) Ogni cristologia ha un senso particolare ed allo stesso tempo potrebbe nascere uno scontro oppure un malinteso tra le genti o le persone dalle diverse religioni che alla fine distruggeranno la società.
c) A questo punto, per sostenere una cristologia del dialogo, indagherei
1) il ruolo dello Spirito Santo (pneumatologia) pur nelle diversità delle fedi e convinzioni, collegando l’unicità e l’università salvifica di Gesù, e
2) l’autenticità della testimonianza basata sulla libertà che ciascuno di noi ha.
d) Il problema riguardo alla cristologia è che le varie cristologie sono costruite sui loci teologici e queste vengono portate avanti dai teologi locali e dalla prassi delle varie zone, non sono riconosciute dal "vaticano" o diciamo ci sono delle obiezioni che impediscono i loro sviluppi. Ad esempio, esaminando le quattro notificazioni indirizzate ad Anthony de Mello, Jacques Dupuis, Roger Haight e Jon Sobrino, direi che hanno dei problemi fondamentali riguardo all’ambito cristologico. Potrebbe succedere che l’assenza d’accordo al livello "alto" della Chiesa, lascerebbe uno spazio molto ampio per relativismo fatto dai cristiani che affrontano le diversità d’ogni giorno.
Alla fine di questa tesi, vorrei avere un’immagine semplice della cristologia inculturata o in altre parole contestualizzata. Possiamo parlare di una cristologia asiatica (del dialogo) che aiuti i cristiani a restare fedeli alla loro fede rispettando le diversità, invitando gli altri a seguire la strada della testimonianza. Non pretendo di risolvere e di dare risposta a tutti i problemi che questa mia analisi può fare emergere ma solo di rendermi più consapevole delle problematiche. Credo che questo tema è discutibile e sarà sicuramente sviluppato nei prossimi anni.
1 commento:
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